Nerone: duemila anni di calunnie

così scrive MASSIMO FINI in un libro edito da Mondadori, Milano 1993

"Questo libro è dedicato soprattutto ai giovani perché, attraverso le menzogne sulla storia di ieri, sappiano riconoscere quelle sulla storia di oggi"

Nessun personaggio storico, a esclusione forse di Adolf Hitler, ha mai goduto di così cattiva stampa come Nerone, ritenuto addirittura l'Anticristo da alcuni autori cristiani come Vittorino, Commodiano e Sulpicio Severo. Egli fu, in realtà, un grandissimo uomo di Stato: amante della musica, della poesia, della recitazione, della scienza e della tecnica, si fece promotore delle più ardite esplorazioni e durante i quattordici anni del suo regno l'Impero conobbe un periodo di pace, di prosperità, di dinamismo economico e culturale quale non ebbe mai prima.


  Ingresso trionfale di Nerone a Roma, olio su tela di Gustave Surand (1905)

Nerone

Treccani.it

Neróne (lat. Nero Claudius Caesar Drusus Germanicus)
Anzio, 37 d.C. - Villa di Faonte, 68 d.C.


Figlio di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina Minore, si chiamò Lucio Domizio Enobarbo; poi (50), adottato dall’imperatore Claudio, che Agrippina aveva sposato in seconde nozze, ebbe il nome di N. Claudio Cesare; nel 53 sposò Ottavia, figlia di Claudio. Quando questi morì, i pretoriani comandati dal prefetto Burro, devoto ad Agrippina, salutarono N. imperatore (54). Parve che la politica del giovane principe e dei suoi consiglieri, Seneca, che lo aveva educato, e Burro, dovesse tendere a una restaurazione del potere senatorio, indebolito dai successori di Augusto; in realtà proseguì l’organizzazione di una forte compagine amministrativa, dipendente direttamente dal principe.
[...]

La situazione precipitò per il tradimento di Tigellino e la rivolta dei pretoriani. Persa ogni speranza, N. fuggì nella villa del liberto Faonte, a 4 miglia da Roma tra la via Salaria e la Nomentana, dove si fece uccidere dal liberto Epafrodito. Svetonio ci tramanda che, prima di morire, abbia pronunciato la frase: "Qualis artifex pereo" (Quale artista perisce con me). Fu sepolto dalla liberta Atte, che fu sempre sua amante devota. Finì con lui la dinastia Giulio-Claudia. Negli anni di regno di N. la situazione militare dell'Impero era rimasta buona per la fedeltà dell’esercito che solo all'ultimo venne meno. Nel 58 Corbulone aveva riconquistato ai Parti l’Armenia; quando il re dei Parti l'invase di nuovo (61), N. scese a patti e ottenne (63) che il re d’Armenia proposto dai Parti si riconoscesse vassallo di Roma. Poco dopo, coll'annessione alla provincia di Galazia del regno vassallo del Ponto, migliorò la situazione militare del Mar Nero. In Britannia, qualche anno prima (60), era stata domata la rivolta della regina Boudicca (o Bodicca). Nel 66, scoppiata la ribellione giudaica, Vespasiano fu mandato a domarla con un forte esercito. È difficile dare un giudizio complessivo della figura di N. dal momento che già le fonti storiche subirono l’influenza dell’opposizione senatoria (Tacito). Intorno a essa fiorì la leggenda, fra le classi più basse e soprattutto in Oriente, ch'egli non fosse morto e dovesse tornare (Nero redivivus). La tradizione apocalittica cristiana lo identificò con l'Anticristo. La tradizione popolare credette di individuarne la tomba sulla Via Cassia e localizzò nella Torre delle Milizie, in realtà costruzione medievale, il luogo da cui avrebbe contemplato l’incendio di Roma, cantando la distruzione di Troia. La tradizione letteraria moderna si è impadronita di questa singolare personalità (A. Dumas padre, P. Cossa; opere in musica di A. Rubinstein, A. Boito, P. Mascagni; romanzo Quo vadis? di H. Sienkiewicz).
Il suo ritratto, oltre che dalle monete, ci è noto anche da una serie di teste marmoree: giovinetto lo raffigura la testa del Palatino, ora al Museo Nazionale di Roma, e giovanile è il suo ritratto nelle teste di Monaco e di Worcester; poi fu rappresentato con barba ricciuta nella testa bronzea alla Biblioteca Vaticana, e i tratti si fanno più pesanti e lo sguardo ispirato nelle teste agli Uffizi, al Louvre, ecc. Zenodoro lo raffigurò come Elio nel colosso dinanzi alla domus aurea.

Anzio: una statua per Nerone

Due metri e 4 centimetri, in bronzo, austera. È la statua inaugurata ieri dall’amministrazione comunale di Anzio e dedicata all’imperatore Nerone. «È probabilmente l’unico monumento al mondo dedicato a lui, spiega il sindaco Luciano Bruschini. Il nostro obiettivo è stato infatti quello di...
Tre metri di bronzo e piedistallo tipo capitello: con la sua idea il primo cittadino di Anzio è finito sul Times / «Nerone è stato un grande imperatore amato dal suo popolo. Questo monumento è probabilmente l’unico al mondo. È giusto ricordarlo come merita superando ridicole ricostruzioni...
«Con lui periodo di pace e splendore» / La cittadina sul litorale laziale inaugura un bronzo all'imperatore che lì è nato nel 37 dopo Cristo / ANZIO - I natali di Nerone nel 37 dopo Cristo e lo sbarco alleato del 1944: sono i due aspetti che maggiormente caratterizzano la città di Anzio ( Roma). E...